Chiesa di San Bernardino

dedicata a S. Bernardino

CLICCA QUI PER FOTO E IMMAGINI SULL'ORATORIO DI SAN BERNARDINO a cura di ANDREA CARLONI

SINTESI STORICA TRATTA DA NOTIZIE E DOCUMENTI RACCOLTI DA EMILIANA BALLABIO E LUIGI RIBONI

Chiesa di S. Bernardino

Ubicata nella frazione omonima, all'incrocio tra le vie Manzoni e Cardinal F. Borromeo, quasi a ridosso di una collina; ha il pregio storico di aver raggiunto il nostro tempo con la struttura originaria (quattrocentesca) pressoché inalterata. " ... Il tempo scorre veloce, gli uomini passano, talvolta le loro opere restano ... ".

A noi è rimasta questa chiesa, alla quale abbiamo dedicato le nostre attenzioni e i nostri sforzi per poter mantenere integro il suo valore storico.

Un richiamo turistico dice: "Oratorio di San Bernardino - affreschi del XV Secolo" ci accorgiamo allora che di questo monumento, a noi così familiare, conosciamo ben poco, soprattutto del suo passato.

Ci siamo pertanto attivati a frugare negli archivi e a consultare esperti del periodo storico ed artistico della chiesa.

Oggi sappiamo, grazie alle ricerche del professor Virginio Longoni, che i promotori di San Bernardino furono dei terziari francescani arrivati dal Senese, la terra del Santo. Trascinatore del gruppo fu frate Baldassarre dei Grammatici che aveva con sé figli e parenti.

Capo carismatico, con piglio autoritario, per oltre un ventennio procurò al piccolo cenobio mezzi e consensi.

A questo battagliero personaggio dobbiamo: la riedificazione dell’Oratorio, la dedicazione a San Bernardino e la decorazione pittorica quattrocentesca.

Logiche conclusioni fanno presumere che in tale periodo si fosse creato un notevole interesse per l’ambiente, immediatamente dopo la canonizzazione del Santo senese, la cui popolarità andava aumentando in modo esponenziale.

Il “1459” rinvenuto sull’affresco votivo dei Tre Santi, ultimo per esecuzione, conferma che in tale data il vano absidale era già stato affrescato e che la chiesa potesse essere operante già da qualche anno.

I consensi positivi attestati al cenobio dei francescani del terzo odine in abito eremitico di Arcellasco erano sfociati nella realizzazione di un Oratorio, tra i primi dedicati a San Bernardino in Lombardia, espressione dell’esistenza all’epoca di un alto fervore devozionale.

Circa un secolo dopo, l'ambiente sembra già decadente, le visite pastorali del 1569 e di S. Carlo Borromeo nel 1574, riportano che il pavimento è rotto, le pareti non imbiancate, le finestre senza grata e senza stamegna. Un secolo ancora più tardi, troviamo la data di fusione della campana (1674) che fa presumere una possibile ristrutturazione della Chiesa.

Da allora ad oggi si sono susseguiti sicuramente altri riadattamenti. È di ieri (1957), la riscoperta degli affreschi sotto lo strato di calce, e di oggi (1984) il ritrovamento della mensa in sasso, ritenuta originaria.

LA STRUTTURA ARCHITETTONICA

Nella sua descrittione di Santa Maria delle Grazie di Monza, il Burocco sostiene che chiesa e convento furono costruiti "Secondo il disegno lasciato da S. Bernardino all'Osservanza". Non sappiamo in quale misura la notizia rispecchi la realtà storica; è certo tuttavia che le chiese dei riformati configurano nella seconda metà del secolo una precisa tipologia.

Le fabbriche del territorio fondate o ricostruite nella seconda metà del secolo adottano lo schema della nave unica. Un consistente nucleo di aule presentano tetto a vista sostenuto da muri perimetrali e da arconi ogivali traversi che si innestano, talora pensili, alle pareti d'ambito. Le facciate seguono il profilo delle coperture e presentano un piccolo rosone in asse con l'unico accesso.

Si tratta, anche nelle manifestazioni più tarde e di più ampie dimensioni, di un 'architettura povera.

La piccola chiesa di San Bernardino, presenta un vano scandito da una coppia di arconi ed abside voltata a botte. L 'uso di questo tipo di volta su spazi di ridotte dimensioni non è inconsueto nella zona.

La Chiesa aveva in origine tre altari, oltre a quello della cappella centrale con dipinto il Crocifisso, vi erano altri due altari laterali a detta cappella, uno dedicato alla Vergine Maria e l'altro ai Tre Magi.

GLI AFFRESCHI

I più antichi sono distribuiti sulla parete di fondo e sulla volta dell'abside, comprendendo la "Crocifissione'' ed il "Pantocrator" attorniato dal simbolo degli evangelisti. La parete di fondo della cappella maggiore porta evidenti segni di successivi interventi murali e pittorici.

La Crocifissione si compone di pochi personaggi: ai piedi della croce la Madonna, San Giovanni e San Bernardino; sopra stanno due angeli che raccolgono il sangue che sgorga dalle ferite di Cristo. Secondo la datazione che ne dà la Giordano, queste pitture sono anch’esse collocabili nella seconda metà del XV secolo (L. Giordano, op. cit., p. 411). Sul lato sinistro vi sono due riquadri votivi raffiguranti l'uno S. Bernardino, l'altro tre santi: S. Antonio Abate, S. Bernardino e S. Ambrogio (quest'ultimo riquadro è datato 1459).

Sull'arco trionfale dell'oratorio, sopra gli affreschi che ornavano gli altari dedicati a Tre Magi (piedritto di destra, espressione tardogotica) ed alla Beata Vergine Maria (piedritto di sinistra, immagine sostituita nel ' 700), è raffigurata una Annunciazione. Dio Padre, nel mezzo di una schiera di angeli, assiste all'evento dal cielo sopra l'architettura merlata che collega la figura dell'Arcangelo Gabriele, a sinistra, e di Maria, a destra. Sullo sfondo delle sette arcate aperte nelle mura si erigono alti monti sassosi.